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L'INCURSORE
Ed. Telemaco Edizioni 

Ho scelto una strada fatta di prove, comprensione dei propri limiti e scelte irrevocabili. Quando imbocchi questa via, la guerra è inevitabile, con te stesso, con la realtà. Tra le conseguenze della guerra, ci sono i morti: non esiste una guerra senza morti. Si paga un prezzo alto per questa scelta: il dolore. Lo affronti, lo accetti, lo seppellisci in fondo alla tua essenza e sarà sempre parte di te.

Copertina "L'incursore" di Principia Bruna Rosco

In questo romanzo non si parla di vittorie e di sconfitte, ma dell'eterna battaglia che si combatte per ottenere la pace

Jonas Valenti è un incursore, un agente segreto specializzato per compiere missioni ad alto rischio. Per capire chi sia bisogna immaginarlo nel vigore dei suoi trent'anni: un ragazzo dal fisico eccezionale, alto circa un metro e novanta, dai capelli biondi e dagli occhi azzurri chiarissimi. Milanese di nascita, anche se di origini venete, fin da bambino aveva frequentato le palestre di arti marziali e aveva iniziato a praticare tutti gli sport possibili e immaginabili.

La sua forza si era manifestata in una moltitudine di gare sportive giovanili, quasi tutte vinte cn grande facilità.

Era forte, atletico e vigoroso, ma mai spavaldo o arrogante, fin da ragazzino amava piuttosto schierarsi a favore di una buona causa, affrontando i rischi senza paura.

Oltre al cuore e ai muscoli, però, Jonas Valenti aveva anche testa e disciplina. Era ingegnoso, serio costante. Nemmeno lo studio lo spaventava  e nel tempo aveva imparato a parlare fluentemente l'inglese, il francese, il tedesco e il russo. 

La svolta per la vita di Jonas Valenti avvenne comunque a diciotto anni , con la visita dei tre giorni e l'arruolamento nell'esercito.​​

Anche in tempo di pace la guerra continua. La guerra non si ferma mai. È la pace che è finita da quando esiste l’uomo, sempre che sia mai esistita…» rispose Jonas. «Ascolta, mentre tu passeggi per le strade della tua città, mentre fai shopping o vai allo stadio o al cinema stai sicura che c’è qualche tuo compatriota che sta combattendo per la tua libertà, o per quella di un altro popolo. Sì è così! Anche se non lo dicono i telegiornali. Anche se, per ragioni diplomatiche, la bara di chi cade può anche tornare in segreto, senza funerali di Stato. Ci sono tanti tipi di guerra mia cara. Siamo nel 2000 non puoi pensare che si combatta ancora con due eserciti uno davanti all’altro su un prato enorme, armati di mazze e scudi, pronti a farsi la pelle al suono di un corno

La scrittrice Principia Bruna Rosco, lucana di nascita e milanese d’adozione, in questo suo ultimo romanzo, dal titolo “L’Incursore”, ci mostra, attraverso un racconto avvincente e suggestivo, le due facce della guerra. Il lato cruento e la necessaria battaglia per la conquista e la tutela della libertà e dei diritti umani universali, validi cioè per ogni uomo e per ogni epoca.
Un romanzo che, prendendo spunto dai ricordi dell’autrice e dalle sue esperienze di vita, lascia alla fantasia il compito di dipingere a tinte forti il dramma di un’anima in lotta per tenere accesa la fiamma della libertà.
Dal percorso umano e guerresco del protagonista, Jonas Valenti, emerge infatti tutta la fatica, il sangue e il sudore con cui nella vita reale si conquista la pace.

Immedesimandosi nei suoi personaggi, la scrittrice ha poi saputo rivelare la capacità di lotta che ogni donna possiede, anche se inserita in un ambiente militare in cui, fino a pochi anni fa, non vi era alcuno spazio per il gentil sesso.
Non solo, lo spirito artistico e creativo della Rosco, in questo suo libero ritratto, dà il suo piccolo grande contributo per far superare le ipocrisie e i pregiudizi, purtroppo ancora presenti, a riguardo dei Servizi Segreti.

Attuale il riferimento storico alle Operazioni di Pace, figlie della globalizzazione. Senza la pace, infatti, non può esserci né democrazia né giustizia. Le aree geografiche non sono più divise dalle frontiere e dalle lingue, ma sono tutte collegate e interconnesse, rendendo così ogni conflitto regionale una minaccia alla pace mondiale.
S’interviene in questi casi per evitare il peggio, anche usando la forza, con la coscienza del medico che sa usare anche il bisturi, ma sempre a fin di bene.
Sarebbe comunque riduttivo, introducendo il lettore a quest’opera, soffermarsi soltanto sul racconto di guerra. L’autrice, attraverso un abile intreccio narrativo, apre infatti all’amore, quale unico sentimento capace di affrontare e superare le avversità della vita.

“L’Incursore” non è quindi un romanzo “normale”, ma un saggio psicologico romanzato, grazie alla ricchezza del cuore dell’autrice, che ha tanto da comunicare.

Amore, guerra e pace sono tra esse collegate dalla speranza. Lo sa bene il personaggio chiave del romanzo, Jonas Valenti. Un uomo puro di cuore, ma determinato, nel suo piccolo, a essere giusto, perché un mondo che vive in armonia deve esserci innanzitutto giustizia.
Ed è un mondo composto da tanti Valenti, il luogo al quale tutti noi vorremmo appartenere.


​Generale B. Camillo de Milato - Comandante Militare Esercito Lombardia 


Nell’accogliere con favore e plauso l’iniziativa di chi – come Principia Bruna Rosco – ha inteso cimentarsi con interesse e passione sul tema della dicotomia tra “guerra” e “pace” e sulla moderna figura del militare, sento, innanzitutto, il dovere di sgomberare il campo dagli stereotipi e dalle strumentalizzazioni oggi presenti su questo tema.

In primo luogo, sull’immagine dell’Incursore, da intendere non come un bellicista di professione, ma come un concittadino, in uniforme, che sceglie di porsi al servizio della collettività, in uno dei compiti più impegnativi e rischiosi, che fanno capo al ruolo istituzionale delle nostre Forze Armate.

Sì, individui coraggiosi, profondamente motivati ed equilibrati che amano una vita sana, sportiva e di avventura, ma che, prima di ogni cosa, sono pronti a mettersi in gioco totalmente per diventare veri professionisti.

Più di ogni altro Militare, questi sono uomini preparati all’impegno più estremo, per l’adempimento dei compiti peculiari ai quali è chiamato a rispondere lo strumento militare nazionale. Tra essi e con essi troviamo, nella forma più alta, il monito e lo sprone ai valori propri dell’“agire militare” che animano chi ha scelto di porsi al servizio del prossimo, entrando a far parte della famiglia con “le stellette”.

Lo spirito di questo impegno – per molti versi simile a una “vocazione” – si alimenta e trova sponda e forza, nei principi cardine delle Forze Armate.

Una scelta professionale non semplice che, se fatta con coscienza e consapevolezza porta a vivere il proprio lavoro come una missione da compiere, un lavoro di cui necessariamente si devono condividere, consapevolmente, principi, valori e rischi.

Un insieme di principi superiori alla sfera individuale, una regola e un’etica peculiare che caratterizzano e distinguono una professione, quella militare e un’istituzione, le Forze Armate; queste sono il rispetto delle regole, della disciplina, dell’operare in maniera sobria e concreta, vivendo una solidarietà nella piena assunzione delle responsabilità individuali e dell’organizzazione. Senza questi valori l’uomo in uniforme è un guerrigliero, partigiano, mercenario. Non militare.

Sono quei valori che, oggi, per ciascun “operatore di pace”, trovano quotidiana espressione nel concorso attivo per la sicurezza e per la difesa dei diritti e delle condizioni fondamentali per la pace e per lo sviluppo sociale dei popoli.

Un compito che può rivelarsi, talvolta, difficile e impegnativo e per il quale purtroppo accade di dover pagare un prezzo elevato. Un prezzo che è nell’ordine delle cose della condizione militare e di cui ciascun soldato è compiutamente consapevole – ancor più chi serve nelle fila delle “forze speciali”.

Una sorta di “eroismo quotidiano” di chi riesce a dare valore a ogni giornata, mai venendo meno all’impegno preso con un giuramento e all’apostolato dell’ideale di vita al quale ha aderito. Un eroismo che spesso non trova spazio nei libri di storia, ma che lascia traccia di sé nella vita di ogni giorno, perché per essere tale richiede carattere, forza di volontà, costanza nell’azione. Un eroismo che si alimenta di concretezza e che trova la propria ragione d’essere nell’esercizio continuo delle virtù vissute realmente e non solo decantate.

Generale di Corpo d'Armata Giorgio Battisti - Comandante NATO di Reazione Rapida


L’autrice di questo romanzo narra innanzitutto la vicenda di un soldato davanti al dolore. Un uomo e quella ferita, del corpo e dell’anima, che gli cambierà la vita.
Il racconto parte infatti da un momento decisivo della storia del Comandante Jonas Valenti: la paura di rimanere paralizzato dopo una sfortunata missione. Immerso nei suoi continui e cruenti flashback in un letto d’ospedale, il protagonista vivrà infatti l’esperienza reale della guerra e inizierà la sua lotta con se stesso.

Ma cosa porta un ragazzo come Jonas Valenti a diventare un Incursore? Una scelta di vita o il desiderio di aiutare gli altri? La passione per l’azione o l’amore per la Nazione?

È impossibile spiegare in maniera esauriente il perché di questa decisione, anche se alla base c’è fondamentalmente uno spirito di giustizia. Ed è proprio questo amore per la giustizia, il motivo del suo muoversi sulla linea di confine tra il mondo reale e le sue rielaborazioni del passato.
Jonas Valenti è un combattente, una figura militare con incarichi di comando che si trova costretta a lottare anche contro i civili, quando è necessario, facendosi carico di questo dolore.

È la voce dell’eroe che attinge forza nel compimento del proprio dovere, un esempio nobilissimo di virtù civile e militare da imitare, da emulare e, soprattutto, da ammirare per il suo straordinario vigore nel cercare di portare la libertà agli altri popoli.

Il percorso di guerra e di vita di Valenti, pertanto, è strettamente connesso alla violenza. Una violenza che lascia solchi profondi dentro di sé, e che fa scaturire le riflessioni dell’anima.
Combatte senza sosta, affrontando anche la piaga mondiale del terrorismo. Il suo è un viaggio all’interno di paesi dimenticati o sconosciuti, di minuti che scorrono, di volontà ferree contro l’insostenibile. Senza cancellare attimi di rassegnazione, di sacrificio, di compassione e di amore.

Nel corso della sua degenza in ospedale, conosce infatti Alicia, una giornalista che desidera raccontare la storia di un soldato valoroso. A lei Jonas detterà i ricordi drammatici raccolti su un campo di battaglia e a lei aprirà il cuore.

Potremmo dire che Jonas è, in pratica, un eroe del nostro tempo. Un uomo consapevole dell’importanza storica dell’Italia, che non si tira indietro e partecipa alle missioni internazionali di stabilizzazione e di compartecipazione. Un soldato, un guerriero, un agente segreto e un uomo innamorato.

I temi che la Rosco affronta sono dunque molteplici e non si può non indicare, sullo sfondo, il suo viaggio alla scoperta dei compiti che gli “007″ effettivamente e realmente investono, le logiche che li governano, il fine della segretezza del loro mondo, spesso parallelo e diverso da quello che a tutti appare.

Il messaggio che esce da quest’opera è tale da lasciare stupefatti e allo stesso tempo di farci rendere conto della realtà in cui un Agente Segreto è chiamato a compiere il proprio dovere, con entusiasmo, onore e valore.

Dott. Andrea Valentino - Questore di Bergamo

Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco

PER RESPIRARE LA LIBERTA’

 

A Nassiriya la notte non dorme

la guerra ha prodotto nuove vittime.

Qui chiudiamo gli occhi e le orecchie

nessuna fermata e nessuna ferita
nessuna luce illumina la terra
periamo dentro i nostri visi bugiardi

mascherati in fretta da una smorfia d’indifferenza.

Oggi cambieremo il colore ai capelli

metteremo il vestito rosso, verde, azzurro

senza lasciar il segno al mattino

senza chiederci perché i codardi non muoiono.

Oggi andremo via senza voltarci

lungo la strada lucente di stelle

vedremo i fiori e i giorni innanzi a noi

facendo finta di non sapere

dei terrori e gli orrori agghiaccianti

dei cieli violacei di bombe
della morte che scivola sotto la guerra

con la vita che scorre senza la libertà.

Dobbiamo lottare, mi dico

avere cura delle persone

di qualunque etnia essi siano

ma resto qui

vivendo da burattino.

La guerra non è la mia, mi dico

lasciate che io dorma 

che io dorma nella notte che non dorme.

Non vedete?

E’ presto per l’ultimo treno

ho vissuto solo un giorno

e non mi sono accorta

che altri mille giorni sono morta

senza morire mai.

Fatti coraggio, mi dico

nella guerra ci sei già

Nassiriya è qui

lotta per la pace

cerca la verità

per respirare la libertà.

Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
SILVIA MUCIACCIA MENTRE LEGGE UN PEZZO DEL LIBRO L'INCURSORE
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco
Presentazione libro "L'incursore" di Principia Bruna Rosco

Poi la mente tornò al suo dolore più grande. A quella sera in cui il soldato Andrea Moscatelli si era spento tra le sue braccia.
Ricordava ancora l’odore acre del sangue, i suoi gemiti e
quei pochi istanti in cui i loro occhi si erano incontrati. Una manciata di secondi in cui nessuna parola può essere adeguata alle circostanze. Erano rimasti in silenzio, ma quello sguardo, profondo e infinito, aveva unito le anime dei due soldati.
Proprio la sera prima avevano bevuto una birra insieme, fantasticando di una vita diversa, lontana dalla malsana
compagnia della morte. Lei però si era subito presa la rivincita dimostrandogli che non erano invincibili. 

E il copione andava comunque rispettato. C’era chi avrebbe pensato a recuperare il corpo di Andrea. Jonas aveva dovuto abbandonarlo per scomparire tra i vicoli di una città fantasma.
Erano appena finiti in mezzo a una folle guerra e già dovevano fare i conti con una perdita pesantissima. In più, quello che stava venendo a galla dai primi giorni di quella missione era spaventoso.
Il vento dell’odio etnico era tornato a soffiare tra albanesi e serbo.

Si reagisce quando il sangue di guerra acceca gli occhi dai quali inizia a defluire da sotto le palpebre la ferocia, quando le narici cominciano a sbuffare e il corpo comincia a versare adrenalina come un barile di rhum fracassato a calci e la coscienza si desta dal sonno della ragione dov’era sprofondata, allora arriva la forza per far fronte alla battaglia, a ciò che si presenta davanti. Arriva come un incantesimo o come un rigurgito di primordiale ferocia, allora ci si dispone a lottare con tutto se stessi, agevolando il deflusso della forza che in quei momenti è indecifrabile!

Gli eroi sono chi paga il fio sul campo, mentre nella società civile sono coloro che i media e le autorità decidono di santificare a supremo modello. Uno su mille diviene martire ma, spesso, dietro a questa beatificazione corum populi, si nascondono ragioni che si preferisce non far emergere.

MOTIVI DELLA MIA STORIA

 

Se qualcuno si chiederà perché una donna scrive una storia di Incursori, Servizi Segreti e Guerra, argomenti che, per tradizione, appartengono al mondo maschile, rispondo che, soprattutto perché donna, la guerra mi fa paura. La paura è uguale alla guerra, bisogna conoscerla per poterla capire e combatterla. Infatti, il Comandante l’Esercito Militare Lombardia, Generale di Brigata Camillo de Milato, studioso su tale argomento, in un’intervista ha affermato “bisogna studiare la guerra per perseguire la Pace”.

Qualcun altro si chiederà anche quali siano le mie basi di conoscenza della guerra e, anche a questa domanda rispondo che non ho combattuto battaglie sul campo, ho solo colto un momento particolare dell’esistenza del Comandante Jonas Valenti.

Prima di conoscere Jonas Valenti, stavo annegando dentro me stessa. Continuavo la mia esistenza come se nel mondo niente stesse accadendo. Fingevo la vita, e la vivevo all'insegna dell’egoismo, concentrandola su di me, ma era una vita senza significato, senza importanza né per me stessa né per gli altri. Mi sono sentita sbigottita e disorientata da ciò che Jonas mi ha raccontato, ma da lì ho iniziato a pormi delle domande e darmi delle risposte. Tutto, pian piano si sta chiarendo. Sto già intravedendo ciò che dovrò ancora capire, e si può imparare solo da chi ha sofferto. Questo mi dà la forza di superare l’insuperabile, mi dà il coraggio di scrivere questo romanzo affinché altri sappiano e poi raccontino la storia di Jonas Valenti fatta di sofferenza, dolore e coraggio.

Il mio sguardo di scrittrice, quindi, si è posato su un Incursore: Jonas Valenti. E’ un personaggio obbligatoriamente tenuto anonimo per ragioni di sicurezza non solo personale, ma soprattutto militare. Quindi, essendo un personaggio legato a segreti militari, non sarà mai menzionato nei libri di storia con il suo vero nome. Seppur con un nome irreale, Jonas Valenti sarà ricordato come figura simbolica che ha dimostrato coraggio e amore per la vita. Ho avuto la fortuna di incontrarlo e l’opportunità di raccogliere la sua diretta esperienza della guerra. Mi sono lasciata contagiare dal suo accaduto, dai suoi stati d’animo, studiando a fondo e razionalmente i meccanismi della sua mente. Ho navigato nella cultura militare, completamente separata da quella civile, che aveva valide idee pluraliste e, pur mettendo in discussione la sua drammatica vita, le sue idee le ho fatte mie.

Mi ha raccontato pensieri e umori che non fanno cadere il silenzio sulla guerra, pertanto, ho cercato formule narrative per descrivere la sua vita per com’era realmente da lui vissuta.

Nei suoi dissidi interiori, nelle sue inquietudini ci sono le fragilità dell’esistenza indicate dall’esperienza personale di guerra, in luoghi di vita dal profilo storico che fanno emergere la vulnerabilità umana messa alla prova da una cultura religiosa non sempre maestra d’umanità, mentre il suo sentire e pensare, la riflessione e il confronto sul senso globale, emerge dalla fragilità riguardante le situazioni estreme da affrontare.

Gli interrogativi che si poneva il soldato Jonas Valenti erano numerosi, altrettanto le domande e le risposte, scandagliate nella contrapposizione di se stesso, nel superamento dei limiti della resistenza umana nelle difficili condizioni della guerra civile-armata.

Il personaggio chiave di questa vicenda, dunque, è Jonas Valenti. Mi sono lasciata contagiare dal suo accaduto, dai suoi stati d’animo, studiando a fondo e razionalmente i meccanismi della sua mente. Nel rapportarmi a Jonas Valenti, fare la sua conoscenza, avere nozioni delle ragioni della guerra, sapere che ci sono dei ragazzi come lui che pongono la loro vita per salvare la nostra, “toccare” il suo dolore, le sue angosce, i suoi sentimenti, la sua realtà fatta di sacrificio e solitudine, mi ha fatto meditare e guardare la vita nella sua cruda realtà. Per immedesimarmi nel suo grande dramma provocato dalla guerra, mi sono dovuta sforzare di comprenderla, anche se lontana dal mio modo di pensare, di vivere. Mi sono presa carico della sua sensibilità di uomo e di soldato, facendola coabitare con la mia emotività di scrittrice, lasciandomi vivere della sua vita.

Ciò che mi preme mettere in luce, è quello che, nel rapportarmi a Jonas Valenti, fare la sua conoscenza, avere nozioni delle ragioni della guerra, sapere che ci sono dei ragazzi come lui che pongono la loro vita per salvare la nostra, “toccare” il suo dolore, le sue angosce, i suoi sentimenti, la sua realtà fatta di sacrificio e solitudine, mi ha fatto meditare e guardare la vita nella sua cruda realtà. Questo Condottiero del nostro tempo era convinto dell’esistenza di una porta che conduceva alla libertà, ma tutto sarebbe avvenuto, purtroppo, tramite la guerra, la quale si nutriva di corpi umani.

Ho scelto di scrivere le sue imprese guerresche, la sua abilità, le sue gesta, la sua umanità nella disumanità della guerra e, tutto questo, lo consegno alle nuove generazioni affinché la storia politica mondiale contemporanea sia sentita attraverso la voce di chi l’ha vissuta, di chi ha conosciuto l’orrore della guerra e che ha difeso l’Umanità.

Non essendo più tanto giovane, la mia è una corsa contro il tempo per trasmettere un presente da ricordare, degno di essere oggetto di storia: le memorie di Jonas Valenti.

Infine, mi sono anche concentrata sulla creazione di figure eroiche e mitologiche, uomini-guerrieri del passato vissuti in un periodo eccezionale, che hanno fatto scaturire le leggende, nelle quali vi sono molte verità dei nostri guerrieri attuali. Il vento della storia, prevalentemente immessa in una situazione di guerra, è in parallelo con la spettacolare di altri tempi.

Questa è la storia della sua vita di soldato, di guerriero, di Agente Segreto, di uomo innamorato, dei suoi inconfessati sentimenti. E’ la vita di un guerriero contemporaneo rapportato a un guerriero del passato, quindi, da me romanzata ma, dietro le parole che ho scritto, c’è solo lui: Jonas Valenti.

“L’INCURSORE - La Pace Armata”,

PASSIONE E AMORE DI UNO “007”

Applausi scroscianti per la prima del romanzo di Principia Bruna Rosco che, nella magnifica cornice di Palazzo Cusani, svela il mondo dei “Servizi Segreti”

 

MILANO - Il 25 febbraio 2012, nella splendida sala Radetzky dell’imponente Palazzo Cusani, in via Brera 15 a Milano, si è tenuta  la presentazione del libro “L’INCURSORE-La Pace Armata”. L’autrice, Principia Bruna Rosco è giunta così alla pubblicazione del suo terzo romanzo, l’ultimo di una trilogia. «Nel primo, “Petra la donna del vento”─ spiega la Rosco ─ narro la storia di una donna che s’innamora di un carcerato pur non avendolo mai conosciuto;  nel secondo, “La ragione del destino”,  racconto la storia di quel carcerato incastrato dai Servizi Segreti, costretto a lasciare Petra e a sterminare una parte importante della camorra; nel terzo, “L’incursore-La pace Armata”, nato dal privilegio di aver incontrato un agente segreto specializzato in missioni ad alto rischio,  racconto la storia di un incursore ».

In quest’opera “L’INCURSORE-La Pace Armata”, che si propone fra l’altro di far superare le ipocrisie e i pregiudizi  ancora oggi presenti nei confronti dei Servizi Segreti, Principia Bruna Rosco offre una rappresentazione realistica e spesso cruenta di una guerra contemporanea, giustificandola, però, come mezzo verso la conquista e la tutela della libertà e dei diritti umani. Sottolinea l’editore Alessandro Baldacchini: «E’ un’avvincente romanzo che svela dei retroscena ai più sconosciuti, che vedono coinvolti gli Incursori, soldati molto particolari impiegati in operazioni militari all’estero. Soldati che per conquistare e mantenere la pace e la democrazia devono combattere, da qui scaturisce il sottotitolo La Pace Armata». E il generale Camillo De Milato, nella prefazione al romanzo, scrive: «Sarebbe riduttivo soffermarsi soltanto sul racconto di guerra. L’autrice, in questo che può essere definito un saggio psicologico romanzato, introduce l’amore  quale unico sentimento capace di superare le avversità della vita. Amore, guerra e pace sono tra esse collegate dalla speranza, quella della giustizia per cui il protagonista  combatte».

Il romanzo è ambientato tra la ex-Jugoslavia, la Lombardia e la Svizzera, quando nei Balcani, tra il 2003 e il 2006, imperversava una violenta guerra civile che i Servizi Segreti dovevano sedare. L’incursore Jonas Valenti, nome fittizio dello “007” contemporaneo,  rischia di rimanere paralizzato dopo una sfortunata missione e decide, nel corso della degenza in ospedale, di raccontare alla giornalista Alicia i ricordi drammatici e cruenti della sua esperienza in battaglia. E lei, anche se in netto contrasto con Jonas, finisce con l’innamorarsene perché comprende le ragioni della guerra da lui combattuta.

Introdurre l’autrice il generale De Milato: «Sono onorato di presentare Principia Bruna Rosco, una  tuttologa: scrittrice, giornalista e pittrice. Una donna che ha conosciuto il mondo militare e se n’è innamorata cimentandosi in questa storia. Il suo romanzo è straordinario perché parla di un incursore, un soldato delle forze speciali: ragazzi molto puliti dentro, seri e composti, preparati alla guerra.  Sono soldati con un grande senso di responsabilità e altruismo,  hanno in una mano il fucile e nell’altra il cuore».

Afferma il generale dei carabinieri Emanuele Garelli: «Quando Principia parla della guerra in tempo di pace, mi sono rivisto anch’io nei Balcani al comando dei reparti speciali.  Principia si fa così interprete di questa realtà, da pochi conosciuta, su cui vige una particolare diffidenza, offrendocene una mirabile testimonianza attraverso Alicia, la co-protagonista del libro che, capendo le ragioni della missione, vince la diffidenza nei confronti dell’incursore Jonas e se ne innamora accettando, alla fine, di far parte anche lei dei Servizi Segreti».

La trama del romanzo, spiega  il generale Piero Lucchetti: «Svela il mondo dei “Servizi Segreti”dove si intrecciano  profili  e sentimenti di uomini e donne del nostro tempo. Irretiti dalle vicende che li coinvolgono,  seppur risoluti ed equilibrati nella razionalità semplificatrice delle rispettive professionalità, si dibattono tra pulsioni ed emozioni interpersonali, vincendo infine soprattutto in forza della passione e dell’amore».

Con il presidente del Consiglio Provinciale di Milano, Bruno Dapei, erano presenti molte alte autorità militari: il generale Samuele Valentino, valente medico-scienziato e scrittore, il generale Giovanni Fantasia che è anche presidente dell’Associazione “Amici di Palazzo Cusani”, il generale Pino Campa, il colonnello Carmelo Tribunale del “Comando Esercito Militare Lombardia”, il colonnello Francesco Cosimato del “Comando NATO” e il capitano Thomas Parma dei “Cavalieri dell’Ordine di Malta”.

Numerose anche le personalità civili: il visconte Claudio Procaccini, gli avvocati Renato Alianello ed Edilberto Giannini, il medico-storico Dario Cova, l’architetto-scrittore Giancarlo Cioffi, il presidente del “Friday Club” Alberto Sandoli, la voce narrante Silvia Muciacia, i giornalisti Gennaro Barletta e Vittorio Aggio, Marilena Ganci con tante amiche, i gruppi del “Forum delle Associazioni” e degli “Amici di Palazzo Cusani”, oltre a molte altre persone della cultura milanese.

GIANNI FERRARO - 20.03.2012

COMUNICATO STAMPA

 

Il 23 ottobre 2024, dalle ore 17,00 alle 18,30, nelle aule della U.T.E. “Università Terza Età” di Milano – Via Carcano – Angolo Via Pezzotti – Parrocchia Santi 4 Evangelisti,  il libro “PRINCIPIA-Il prezzo della libertà”  di Principia Bruna Rosco.

Modererà il Rettore dell’Università Anna Maria Cipolla.

Interverrà il prof. Maurizio Bossi.                                                       

 

Questa autobiografia “PRINCIPIA- Il prezzo della libertà”, l’autrice la inizia con il canto 26 dell’Inferno di Dante Alighieri, tra i più significativi della Divina Commedia:

 

Considerate la vostra semenza

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza.

 

Con questi versi la Rosco ha risposto alla richiesta del Prof. Maurizio Bossi di scrivere qualche pensiero su Dante e Divina Commedia sulla chat del Circolo Piri Piri, in occasione della ricorrenza  del settecentenario della morte del sommo Poeta.  Questa richiesta è stata la scintilla per iniziare a scrivere la sua storia, raccontando la verità della sua vita partendo dalla sua nascita e come la sua sconfinata sete di conoscenza l’ha guidata a sfidare i limiti imposti dalla sua condizione sociale. Infatti, non si è lasciata vincere dalle convenzioni e non si è lasciata soltanto vivere, ma ha lottato per affermare la sua persona, anche come artista.

Inoltre, ha voluto dimostrare come le difficoltà e il dolore possano essere superati se vengono affrontati con coraggio e tenacia. Con questa certezza ha cercato di scrivere la verità della sua esistenza, combattendo anche con la sua memoria che ora, come lei afferma, all’età di ottant’anni inizia ad essere sfumata.

È un libro che parla di lei e della sua drammatica e contemporaneamente meravigliosa vita sempre alla ricerca della libertà che solo la cultura le avrebbe potuto dare. Certo, il prezzo l’ha pagato attraverso molti sacrifici sempre cercando di superare i suoi limiti per non far morire la sua anima.

In questo libro ha sentito il bisogno di esprimersi anche verso le Forze Armate per averla “accolta” nella loro “famiglia” per le quali ha scritto diverse centinaia di articoli con la consapevolezza di dare un’immagine positiva di questo Mondo a molti lontano e quasi sconosciuto.

La Rosco non ha voluto lasciare ai posteri uno scritto solo pieno della sua arte, ma l’ha riempito di ricordi e di amici e, soprattutto, descrive come ha affrontato la sua malattia rara grazie alla scienza medica e attraverso il potere salvifico dell’amore. Essere amata dal marito, dai figli, dai nipoti e dagli amici per lei è stato un grande sostegno per giungere alla remissione della malattia.

Sono pagine che parlano dell’amata Basilicata, sua Terra natia, che nel 2017 l’ha onorata della cittadinanza onoraria; dei luoghi meravigliosi dell’Abruzzo, Regione di origine del marito, dove ha potuto esprimere la sua arte dipingendo le montagne, i fiumi e i laghi; parla della Lombardia, soprattutto di Milano, che lei definisce la sua “grande mamma” perché l’ha accolta nel suo “grembo” nutrendola di un contesto a lei affine, dandole il successo da lei sognato.

Ha raccontato il suo passato e il suo presente e, nonostante i suoi ottant’anni parla anche del suo futuro, perché la forza della vita ha prevalso su tutto.

Infatti, come dice suo nipote Yari, giovanissimo laureato in comunicazione ed esperto d’arte, lei è una Fenice risorta dalle sue proprie ceneri, ha dato vita alla nuova Fenice nell’immortalità dello spirito sempre e più forte di prima.

Scrivendo questa sua autobiografia, la Rosco ha dimostrato coraggio perché non è stato facile aprirsi nella libertà della verità. Ciò che la rincuora è la certezza di aver raccontato la sua storia di arte e di vita, dando prova di tutto quanto con immagini, fatti e nomi delle persone che hanno animato la sua esistenza.

 

                                                                         Anna Maria Cipolla

                                                                                Rettore U.T.E.

 

 

P.S.:

Prenotazioni in presenza fino a esaurimento posti.

Attraverso meeting virtuale su piattaforma ZOOM - richiedere link principiarosco@gmail.com

tel. autrice 338.6881878 –

                                                                       

                                      

                              QUALCHE FRASE DELLE PREFAZIONI

 

Generale D. (c) dei Carabinieri Basilio Viola - Cav. Uff. Basilio dr. Viola

È un libro che parla di lei e della sua drammatica e contemporaneamente meravigliosa vita e di come ha voluto fortemente conquistarsi la libertà. “Il prezzo della libertà” lo ha pagato senza mai recriminare sul dolore che alcune volte ha subito e che, senza alcun dubbio, ha metabolizzato e trasformato in positivo. Infatti, parecchie volte si è sentita un’aquila dalle ali tarpate, ma poi il coraggio gliene ha fatte rispuntare di nuove per superare i momenti difficili.

Attraverso la cultura, acquisita in parte sui libri e in parte rubando dalla cultura altrui, ha voluto accedere al mondo dell’arte sotto tutte le forme per affrontare una nuova crescita, cercando attraverso “il coraggio della dignità” e “la forza dell’umiltà” di rimanere in piedi nella sua vita non sempre bella.

                                                                                  

Generale D.(c) Esercito Militare Lombardia Camillo de Milato- Presidente dell'Osservatorio Metropolitano di Milano e dell'Associazione Regionale Pugliesi di Milano.

La vita ha un vero significato solo se si è persone libere.

Principia Bruna Rosco ha voluto “pagare un prezzo” per sentirsi veramente libera. Quello di mettere a nudo la sua anima. Trasmettere le sue storie di vita vissuta, le sue passioni, le sue paure, i suoi sogni. Facendo questo, Principia ci lascia una testimonianza pura, anzi un dono. La sua conoscenza diventa per noi riconoscenza, perché la sua umanità entra in noi con dolcezza, con sentimenti toccanti, che ci portano a riflessioni di consapevolezza, che ci guidano ad analisi chiare, ma tutte positive.

 

Generale D. (c) Samuele Valentino - medico e scrittore –

Tra poesie, quadri, romanzi hai fatto salire il tuo grido di dolore, l’esplosione della tua gioia e del tuo amore in senso lato, la capacità di ascolto, la ribellione, la religiosità tormentata. E tra Bibbia e Divina Commedia cerchi e scegli i passi che accompagnano la tua storia, una storia che passa dall’inferno al paradiso attraverso il filtro magico dell’amore di moglie, di madre, di nonna, di amica. Una storia mai stanca di guardare indietro ma che sa lanciare un ponte verso la raggiunta serenità e il domani. Una storia che lascia traccia in tutti quelli che la leggono e che rafforza l’amicizia e l’affetto di chi ti è amico.

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