LA RAGIONE DEL DESTINO
Ed. Greco&Greco

È una storia d'amore che si svolge nello sfondo incandescente dei Servizi Segreti e Camorra, argomento che, in questo momento storico, è di estrema attualità e si estrinseca nelle città di Como, Milano e Napoli. Questo è un romanzo che straborda d'amore e di Fede, d'azione, spionaggio, investi- gazioni, crimini attraverso le peripezie di un personaggio, Fulvio Rodolfi, incastrato dai Servizi Segreti e ingaggiato da loro stessi come cane sciolto e costretto a dover affrontare la temibile camor-ra. Tutti i personaggi, quindi, sono coinvolti in una continua escalation in intricate vicende che portano sulla scena spietati boss della camorra in intrighi interna-zionali, ma si parla anche di testamento biologico, etica della Giustizia e quella professionale riferita ai medici e avvocati. Tutta la storia è diretta con creatività dall'Autrice che, ancora una volta, dimostra che si possono scrivere romanzi di qualita e conte- nuto. La vicenda, inoltre, è uno spaccato di vita con stile cinematografico, con tanti e imprevedibili scenari miscelati nelle giuste dosi.
Non si può sfuggire alla realtà ma bisogna salvare chi non sa di essere dannato.
Non basta non fare del male per stare nel giusto.
Anche l'astenersi o dimenticare è una scelta dannata.
Dimenticando...dimenticando, diventeremo complici e artefici di questo malessere
Cosa si nascondeva in quella terra dove tutto accadeva, dove rumoreggiava una vita apparente, dove i visi corrosi dal sole avevano perso l’innato sorriso, dove ogni giorno si combatteva una battaglia sbagliata sbandierando perfino la bandiera nemica, dove i vivi erano morti e vivevano come spettrali fantasmi, confondendosi con i morti, che, a loro volta, erano vivi nella loro mente?
Un romanzo di chiara impronta flaubertiana, riconosciuta dall'autrice stessa, in cui traspare, incontestabile, l'aspetto autobiografico. Una vicenda che propone, tra le pieghe, quanto di peggio ricaviamo da noi stessi: violenze, stragi, spaccio, collusione tra istituzioni e malavita: l'inesauribile conflitto tra male e bene, amore e gelosia. Un intreccio di personaggi, protagonisti di intricate situazioni, che lasciano più volte presagire il peggio: Fulvio Rodolfi e Petra Mazzini, artefici e succubi, a loro volta, di una società dalle dinamiche sempre più spietate e cruente. Una storia finita in tragedia con la morte di Petra per mano dello stesso Fulvio, per volontà di un fato deridente e beffardo. Una storia d'amore tra i due protagonisti dalle tinte forti, carnali. I valori della vita appesi ad un filo: fede, giustizia e libertà che l'autrice rincorre alla vana ricerca di un mondo migliore. "La vita nasce libera - si legge - come la chioma leggera che fluttua nel vento e cresce imprigionata da mille contraddizioni". E di mille contraddizioni è pregna la nostra esistenza, il nostro essere. La futilità e l'inezia delle miserevoli vicende umane che si sgretolano, come castelli si sabbia, sotto il peso delle menzogne e dell'ipocrisia. L'amore che cambia pelle, come la serpe al tiepido sole di primavera. Prima odio, poi vendetta. Eros e Thanatos, avviluppati in una macabra danza, in attesa del flebile velo che la mano della morte depone sulle miserevoli vicende umane. Cala la notte. Giustizia è fatta. Anzi no! È la vita che risorge: rinasce. È la vita oltre la vita. O forse solo un déjà-vu riproposto in chiave moderna.
Alfredo Stella - Giornalista, scrittore e sociologo
Un romanzo alla ricerca della verità soggettiva, non necessariamente assoluta, ponendo tutte quelle domande e dubbi che in momenti e passaggi storici come quelli attuali sono estremamente alla ribalta come l’efficacia della giustizia che in molti casi non si preoccupa della tutela e del diritto alla libertà individuale, alla vita, all'autodeterminazione, alla protezione dei propri dati personali, privilegiando troppo spesso interessi corporativi o di parte, un tema attualissimo quale il funzionamento dei tribunali, ponendo molte domande “Chi mai rinuncerebbe all’eguaglianza della legge? Chi accetterebbe diversificazioni giuridiche in funzione di differenze, come dice la Costituzione, di sesso, di lingua, di religione, possiamo aggiungere di stato sociale, di ricchezze, di prestigio, di potere, di miseria che possono contraddistinguere qualche volta l’imputato o le parti in un processo? Il sottile equilibrio tra giustizia e coscienza. Una serie importante di domande sulla reale indipendenza dei giudici, ipotizzando scelte prese e soprattutto da prendere da parte del Governo, una seria riflessione sul ruolo del carcere e dei rapporti interni tra detenuti ed il ruolo rieducativi che dovrebbero rappresentare.
Un’accurata analisi sul ruolo dei giornali, ma più in generale l’importanza dei media, la sudditanza verso il potere e il tipo di condizionamento che esercitano sull’opinione pubblica, il tipo di rapporti che si creano all’interno delle redazioni, e suggerisce importanti indicazioni sul compito del giornalista e sulla componente investigativa che la stampa in generale dovrebbe avere.
Evidenzia e ipotizza rapporti tra servizi segreti e criminalità organizzata, fenomeno che ha caratterizzato la storia anche recente della nostra nazione, l’influenza esercitata attraverso i rapporti tra organi amministrativi, i rapporti tra nazioni, le conseguenti ripercussioni su l’economia reale, su comportamenti strettamente personali evidenziando atti di prevaricazione nei confronti di coloro che, in particolari momenti della vita, sono più deboli, passando anche attraverso il difficile rapporto tra medico e paziente, i dubbi o le varie filosofie da adottare nei confronti di malati terminali, la legittimità o l’opportunità dell’eutanasia, il ruolo della medicina il rapporto tra medicina e malato, il difficile equilibro nei confronti di malattie gravi e soprattutto la valutazione del limite tra morte reale o morte cerebrale “Non è vero, non sono in coma irreversibile, io sento tutto, capisco tutto!” questo apre una seria riflessione sull’eutanasia, su cosa si intende per morte o vita, su qual è il limite tra cura o accanimento terapeutico “Un corpo è vivo o morto a seconda che abbia o no un’anima? L’anima, quindi, dà e toglie la vita?”, e quindi una analisi sull’opportunità del testamento biologico e sulla donazione degli organi.
Paolo Lunghi - scrittore
La Rosco, dunque, si schiera con i Campani e contro chi sottrae loro le possibilità di recupero socio-economico, è contro chi sospinge le fasce più deboli verso il baratro della povertà per poi assoggettarli ad essere alla mercé di organizzazioni criminali. Ma l'emblema della storia sta nella conversione di Fede di una gangster nella quale c'è la speranza di non smarrirsi nelle strade distorte della malvivenza, ma di avvicinarci alla Fede aderendo al suo mistero capace di salvarci ed aprirci la porta sull'Eterno. La metafora che l'Autrice ci trasmette è quella della certezza che nessun viaggio è senza ritorno perché ci si può smarrire durante il cammino, ma ci si può salvare prima di giungere all'ultima meta. Questo è un romanzo che straborda di amore e di fede, d'azione, spionaggio, investigazioni, crimini attraverso le peripezie di un personaggio, Fulvio Rodolfi, incastrato dai Servizi Segreti e ingaggiato da loro stessi come "cane sciolto" e costretto a dover affrontare la temibile camorra. Tutti i personaggi, quindi, sono coinvolti in una continua escalation in intricate vicende che portano sulla scena spietati boss della camorra in intrighi internazionali, ma si parla anche di testamento biologico, di etica della Giustizia e di quella professionale riferita ai medici e avvocati.
Antonio Olivero - Assessore alla Cultura Provincia di Milano
MESSAGGI E RAGIONI SOCIALI DEL ROMANZO
“LA RAGIONE DEL DESTINO” DI PRINCIPIA BRUNA ROSCO
La scrittrice Principia Bruna Rosco, in questo romanzo LA RAGIONE DEL DESTINO percorre un viaggio a 360 gradi all’interno dell’anima, un passaggio attraverso la storia e il costume del nostro tempo, un tour alla ricerca della natura dell’essere, che si sviluppa su molteplici fronti ponendo tutte quelle domande e
contraddizioni che sono alla base del vivere quotidiano.
E’ una storia di una donna che si trova a gestire un amore con una persona privata della libertà: un carcerato ingiustamente condannato, ma la storia d’amore non che un pretesto per arrivare ai VERI VALORI DELLA VITA.
Questo è un romanzo profondo e spirituale, filosofico, ma allo stesso tempo concreto e crudo nella sua particolare forma interpretativa, che già dal titolo evidenzia tutte le contraddizioni e analisi spesso antipodiche di tutto ciò che caratterizza la vita e le scelte di ognuno di noi.
L’Autrice è alla ricerca della verità soggettiva, perciò da vita ad una serie importante di domande sulla reale indipendenza dei giudici, ipotizzando scelte prese e soprattutto da prendere da parte del Governo, una seria riflessione sul ruolo del carcere e dei rapporti interni tra detenuti ed il ruolo rieducativi che dovrebbero rappresentare.
Principia Bruna Rosco evidenzia e ipotizza rapporti tra servizi segreti e criminalità organizzata, fenomeno che ha caratterizzato la storia anche recente della nostra nazione, l’influenza esercitata attraverso i rapporti tra organi amministrativi, i rapporti tra nazioni, le conseguenti ripercussioni su l’economia reale, su comportamenti strettamente personali evidenziando atti di prevaricazione nei confronti di coloro che, in particolari momenti della vita, sono più deboli, passando anche attraverso il difficile rapporto tra medico e paziente, i dubbi o le varie filosofie da adottare nei confronti di malati terminali, la legittimità o l’opportunità dell’eutanasia, il ruolo della medicina il rapporto tra medicina e malato, il difficile equilibro nei confronti di malattie gravi e soprattutto la valutazione del limite tra morte reale o morte cerebrale. Tutti i personaggi, quindi, sono coinvolti in una continua escalation in intricate vicende che portano sulla scena spietati boss della camorra in intrighi internazionali, ma si parla anche di testamento biologico, di etica della Giustizia e di quella professionale riferita ai medici e avvocati.
Da tutto traspare lo spirito dell’Autrice che, dando voce ai vari personaggi, fa uscire tutte quelle domande e forse risposte che proprio la libertà e onestà intellettuale e la creatività di un’artista come Principia, sa trasmettere.
Ciò è messo in luce sia nel suo primo romanzo PETRA LA DONNA DEL VENTO e, soprattutto, in quest’ultimo LA RAGIONE DEL DESTINO Ed. Greco & Greco, dove fa una terrificante descrizione della società mondiale.
Nel romanzo, l'azione si svolge in un presente immediato, dove il Mondo è diviso in quattro immensi substrati: Giustizia, Libertà, Verità e Fede.
E’ importante il taglio che è stato dato all’amicizia e agli affetti, ma il pensiero filosofico è soprattutto uno strumento teologico e la possibilità di comprendere in profondità la Fede.
L’UFFICIO STAMPA
Dario Mernone
Giornalista Editore del Corriere del Sud Ovest Milanese
È TEMPO PER SCRIVERE
Sotto il mantello scuro della sera
nel terrore dei sonni eterni
simulavo l’orrore dei vivi
in quel me stessa che non conoscevo.
Nel torpore della notte sbottano
acquazzoni torrentizi di ricordi
dissaldati dalla memoria
usciti dalla casa dei morti.
S’è compiuta la notte
ogni segno delle tenebre è sfumato
le luci dell’alba gocciolano sillabe di vento
gridano il codice taciuto del mio destino.
Il chiasso allontana il silenzio
navigo in mondi lontani
viva e nuda vado sulla luna
guardando con occhi di gufo
le orme deformi sul muro.
C’è troppo chiasso.
Taccio.
E’ tempo per scrivere.
Riassunto romanzo
LA RAGIONE DEL DESTINO
Petra Mazzini, pittrice, scrittrice e giornalista, amante di Fulvio in una storia che viaggia tra passato e presente. Reincarnazione di Rosalinda e amante di Riccardo, vissuti nel 1230.
Un giorno Petra riceve una lettera da un carcerato: un certo Fulvio Rodolfi. Intraprende con lui un cammino nell’amore immaginario e s’innamora perdutamente. Fulvio, però, dopo l’uscita dal carcere l’abbandona. Petra che non sa darsi pace di questo brusco cambiamento di Fulvio, lascia la famiglia per andare alla ricerca della verità. Arriva a Milano ed è assunta dalla Redazione IL CORRIERE.
Giorgio Giuliani, Capo Redattore della redazione IL CORRIERE, un giorno riceve una busta contenente delle foto di un certo Fulvio Rodolfi, morto, presumibilmente, ammazzato. Le foto, per caso, sono viste da Petra che, riconoscendolo, rimane annichilita. Insieme al Capo Redattore e agli altri due giornalisti, non convinti della sua morte, decidono di andare alla ricerca della verità. Petra si reca a Napoli sotto false generalità, dove crede di poter trovare qualche indizio per scoprire la verità che Fulvio le aveva taciuto, nonché lo stesso Fulvio, senza riuscirci.
Fulvio che era lì a Napoli, ma con altri connotati, la incontra, la riconosce e l’ama, ma non le svela il suo vero nome. Intanto Rodolfi continua nel suo programma di vendetta recandosi anche a Cleveland per uccidere Nelsy e Gerry Esposito, veri Capi del traffico internazionale della droga. Riesce, però, ad uccidere solo Gerry, rimanendo, anche lui stesso, mortalmente ferito. Viene salvato da un medico dell’Ospedale di Cleveland amico di Petra che lo fa anche tornare in Italia. Nelsy, moglie di Gerry, giura vendetta e viene in Italia per uccidere colui che le ha ammazzato l’amato marito. Alcuni dei capi della camorra di Napoli, volendo uccidere Nelsy per impossessarsi del traffico da lei gestito, ravvedendo nella giornalista Greta Della Valle (in realtà è Petra Mazzini che aveva preso una nuova identità) una somiglianza con la terribile Nelsy, le propongono di scambiarsi con lei. Petra, dunque, si trova ad essere incastrata anche lei dalla camorra. Accetta lo scambio perché le sembra l’unico modo che le consentirà di rivedere Fulvio, anche se è cosciente che potrebbe essere uccisa dalle stesse mani dell’amato. Effettivamente Fulvio Rodolfi, cerca Nelsy e, scambiando Petra per Nelsy, nel tentativo di ucciderla, riesce solo a ferirla gravemente. A seguito di ciò, Petra entra in coma vigile, durante il quale sente il piano organizzato dalla camorra per ucciderla con la scusa d’espiantarle gli organi. Delitto perfetto, dunque, con l’ausilio di un medico, di un Magistrato e di un Capitano collusi con la Camorra. Ma il Magistrato s’innamora di Petra e cerca di salvarla senza riuscirci perché, all’ultimo momento, lui muore. Il piano viene, però, sventato dai suoi amici Giorgio Giuliani, capo redattore de IL CORRIERE, da Andrea Ferrari, Capo della Squadra Mobile di Milano, dal dott. Domenico Ronga, valente medico amico di Petra, dal principe Federico Confalonieri e da Lorenzo Aldovini, Capitano della Navigazione di Como. Quando si sveglia dal coma, Petra viene arrestata e poi processata per il presunto assassinio di Nelsy, la quale è viva, ma introvabile. Petra chiede di essere patrocinata nel processo dall’Avv. Pietro Caruso. Questo, venticinque anni prima, si era innamorato di lei, non corrisposto. Per una sorta inconscia di rivalsa, l’avvocato Caruso non la difende nei modi più idonei. Una ragazza che assiste al processo, Anna di Lotta Comunista, capisce che è solo un processo-farsa e che Petra sarebbe stata condannata. Chiama, perciò, da Parigi Justine Ferrante, ex sessantottina e ora una dei maggiori esponenti europei del Sindacato, affinché possa fare giustizia atta a far scagionare Petra, ma questa muore per salvare Nelsy.
Nelsy che non è morta, ma è tenuta prigioniera da un membro della camorra, durante tale prigionia, si ravvede e si converte. Dopo la conversione, cerca di salvare Petra, senza riuscirci perché Petra, in quel frangente, viene condannata all’ergastolo e, come atto d’amore, Fulvio, che non sopporta l’idea che lei possa marcire in carcere, nell’aula della Corte d’Assise la uccide e, a sua volta, si ammazza per restare per sempre uniti anche oltre la vita. I due, quindi, trovano la morte proprio come i due amanti del passato di cui sono la reincarnazione.
L’avvocato Caruso, si rende conto del suo terribile errore commesso e promette di procedere ad un nuovo giudizio per riabilitare la memoria e la vita di Petra e Fulvio, mentre Nelsy si ritira in convento.
Principia Bruna Rosco