PETRA
La donna del vento
Ed. Greco&Greco

E...Dio non mi sembrò più sparso di nera fuliggine
Quello di Principia Bruna Rosco possiamo considerarlo un carteggio di emozioni, che dà luogo all'evolversi di sentimenti in un continuo appuntamento con il giorno dopo. L'autrice, nell'immanenza dei richiami intimi-stici, affronta con coraggio il tema di un rapporto passionale, nato, così, per caso e svilup-patosi, nell'aggrovigliarsi dei giorni e delle settimane, in un "raptus" amoroso. Il personaggio "Petra", che ha il ruolo principale nell'impianto narrativo, si sovrappone alla personalità stessa dell'autrice, tanto che, a tratti, non è possibile discernere il reale dalla fiction. La corrispondenza, che si rivela il vero filo conduttore e lega ideologicamente i due protagonisti della storia, non lascia tempo ad allentare l'attenzione del lettore. La scena si carica di emozioni, grazie alle immagini che lo schietto realismo dell'autrice riesce a plasma- re, tanto da rivelarne un vissuto metropolita-no. In un tale contesto, il ruolo passionale di Petra tocca, a tratti, vette di elevato contenuto lirico. Gli amici, la fede, la pietà verso chi sof-fre, il fascino per il mistero della vita "oltre la vita", mettono a nudo il temperamento, la sensibilità e la creatività dell'autrice. Petra è un personaggio che avvampa di gioia, soffre fin dentro le più profonde fibre del suo essere, ma non smette di sperare. È proprio grazie a questa forza d'animo, che non si lascia sopraffare dalla disperazione e il romanzo stesso si rivela una chiave di lettura dei nostri stati d'animo, in positivo. L'autrice guida la sua "creatura" verso un sentiero rigenerativo che è, appunto, quello del viaggio, lo dimostra proprio la lettera finale del libro, con la quale dà continuità alla vita, speranza verso il nuovo, da ricercare in un domani che si colloca oltre lo stesso spazio fisico.
È un libro sicuramente attuale, come già detto, carico di incontri, di scontri, di incertezze. Aneliti e ricerche di libertà. Ma questa libertà quanto costa a donna Petra ? Un’ artista Petra che unisce la fede alla sua costruzione morale, una donna con i suoi sentimenti personali, rispettabili, giusti ed anche pagati, pagati sino in fondo. Una libertà che deve fare i conti con il mondo esterno fatto di guerre giornaliere controllate da altri, e tutto deve coniugarsi con l’amore. La protagonista percepisce, vive e costruisce il suo presente fatto di istanti sofferti che riaffiorano con similitudini riferiti ad un lontano passato.
Cara Petra, forse pensi di avere avuto una vita particolare, tutta tua e magari fantastica, irreale. Invece no, quel pezzo di vita che è successo a Petra è successo a molti di noi, a moltissimi, che magari l’hanno subito senza accorgersene, in silenzio, e sono stati capaci di nasconderlo e magari anche di amarlo, amarlo molto, come un’altra vita, una vita parallela fatta di paure, rinunce, sottomissione, fede, ed amore e per fortuna tanto amore, che ha fatto sentire tutto più facile e sopportabile.
Giorgio Falossi - critico d'arte ed editore
Quello di Principia Bruna Rosco è, fondamentalmente, un sogno ad occhi aperti.
Di qui l'inquietudine sottile e inafferrabile che, mescolandosi alla curiosità, agita il lettore nel corso dell'intera narrazione: ora è l'insistito recupero di un tema, ora un personaggio ambiguo e sfuggente, ora un'ansia di ricerca che sembra destinata a non trovare appagamento.
Al centro un'insolita storia d'amore, volutamente incongrua, raccontata da un punto di vista interno seguendo un duplice piano narrativo: da un lato il filone epistolare a fare da leit motiv, dall'altro l'annotazione del succedersi dei fatti della vita di ogni giorno e delle riflessioni che li accompagnano. Quasi subito è proprio la dimensione psicologica della protagonista ad avere il sopravvento, dilatandosi via via fino a sospingere nell'indefinitezza tutto ciò che direttamente non le appartiene più. Non si tratta però della consueta crisi esistenziale autolesionista e distruttiva a cui tanta parte della recente letteratura ci ha resi avvezzi, bensì di una riflessione introspettiva a tutto campo condotta seguendo l'onda emotiva e fissata con lo stile piano della quotidianità. Emergono così temi ben più importanti della vicenda in sé, che in sostanza non è che un pretesto.
Quello della giustizia, per cominciare, che tanto più ferocemente affonda i suoi denti quanto meno è corrotto l'animo di chi ne è oggetto, e la riscoperta di una religiosità inconscia, magari un po' opportunistica ma radicata e forte, che spesso ancora permea l'uomo contemporaneo pure sotto lo sbandieramento dell'ateismo. E poi, pregnante e intenso, il dramma interiore della generazione di mezzo, combattuta tra i doveri un po' bigotti nella propria educazione e le nuove libertà che si profilano desiderate e temute.
Anche nella fantasia l'autrice rimane sostanzialmente fedele alle proprie radici: la ribellione, sembra voler affermare, è per molti un momento di evasione negato, che neppure nel sogno, dove vigono altre leggi, può trovare totale affermazione. Ciò che le rimane tuttavia è una nuova consapevolezza, la forza di cominciare da capo per ricostruire da sola il proprio destino in piena autonomia e libertà. In questi temi consiste a nostro avviso l'autobiografismo di fondo che fa dell'opera di Principia Bruno Rosco un testo di convincente attualità.
Elisa Motta - giornalista e critica d'arte
LA DONNA DEL VENTO
Le alture svettano
brillano i fiori nei prati
il vento tace
il sole splende
la luna dorme
tutto è ineffabilmente vero.
Tracima all’improvviso il fiume
e si ode la Donna del Vento
svegliata dal sonno
dove era perdutamente desta.
La fine del nulla
getta mille perché
geme l’arresa
abbandona il romanzo.
Il Dio
muto
disteso
è sulla porta del Tempio
e, senza credere
si ubriaca del suo vino
divino rimedio
veleno assassino
dal sicuro bersaglio.
Addio, addio ,addio
divora l’oblio
pettina i capelli
inganna la memoria
nutre la pazzia
vola, vola, vola
è la donna del vento.